Tour in Ape Calessino
Tour guidato 2
Consiste in una visita guidata di alcuni posti caratteristici della Città di Otranto:
Valle dell'Idro, Grotte di San Giovanni, Convento dei Cappuccini, Chiesetta della Madonna dell'Altomare, Il Fascio, Le Garitte, il faro Bianco, il Castello Aragonese e la Cattedrale Santa Maria Annunziata.
Durata del tour circa 20 minuti.
Costo: € 30,00
Tour guidato 3
Consiste in una visita guidata di alcuni posti caratteristici della Città di Otranto:
Valle dell'Idro, Grotte di San Giovanni, Convento dei Cappuccini, Chiesetta della Madonna dell'Altomare, Il Fascio, Le Garitte, Il Faro Bianco, il Castello Aragonese e la Cattedrale Santa Maria Annunziata.
Durata del tour circa 30 minuti.
Costo: € 40,00
Tour guidato 4
Consiste in una visita guidata di alcuni posti caratteristici della Città di Otranto:
Valle dell'Idro, Grotte di San Giovanni, Convento dei Cappuccini, la Chiesetta della Madonna dell'Altomare, Il Fascio, Le Garitte, Il Faro Bianco, il Santuario di Santa Maria dei Martiri, I Bastioni, il Castello Aragonese e la Cattedrale Santa Maria Annunziata.
Durata del tour circa 45 minuti.
Costo: € 50,00
Tour guidato 5
Consiste in una visita guidata di alcuni posti caratteristici della Città di Otranto:
Porto, Torre del Serpente, Croce del Papa, Cava di Bauxite, Santuario di Santa Maria dei Martiri, I Bastioni, il Castello Aragonese e la Cattedrale Santa Maria Annunziata.
Durata del tour circa 60 minuti.
Costo: € 60,00
Tour guidato 6
Consiste in una visita guidata di alcuni posti caratteristici della Città di Otranto:
Santuario di Santa Maria dei Martiri, Abazzia di San Nicola di Casole, Baia dell'Orte, Faro di Punta Palascìa, Croce del Papa, Cava di Bauxite, Porto, Torre del Serpente, Bastioni, Castello Aragonese e Cattedrale Santa Maria Annunziata.
Durata del tour circa 70 minuti.
Costo: € 70,00
Valle dell'Idro:
l'Idro è il fiume di Otranto cui la città, probabilmente, deve il suo nome (l'antica Hydruntum). Si tratta di una grande valle profonda, visibile non appena si accede alla cittadina; corre serpeggiando dall'entroterra verso il mare e, al termine della valle, la perla più rara: Otranto.Qui il terreno non è roccioso, ma la tenerissima roccia sedimentaria è stata scavata prima dal fiume, e trasformata in campi coltivati dall'uomo. Lungo i fianchi della valle si aprono un gran numero di cripte, chiese rupestri ed antiche abitazioni che testimoniano la presenza umana in questi luoghi sin dai primordi della nostra civiltà
Grotte di San Giovanni:
Le grotte di san Giovanni, nell’omonima contrada nella periferia di Otranto lungo l’antico tracciato che conduceva agli Alimini, rappresentano un vasto e complesso sistema ipogeico un tempo destinato all’uso di frantoio, oggi barbaramente deturpato e mutilato dalla speculazione edilizia e della realizzazione di alcune piccole arterie stradali che lo dividono di netto in due metà.
Convento dei cappuccini:
Il complesso monastico con annessa la chiesa di S. Maria Maddalena fu costruito nel 1594. Del convento si sono conservati solo gli ambienti al pian terreno ed una piccola copertura del primo piano. La chiesa presenta uno schema ad un’unica navata con la zona del presbiterio messa in risalto dall’arco trionfale e, presumibilmente, coperta con volta a botte. Della chiesa resta in piedi la navata sinistra, della quale sono riconoscibili i resti delle originarie decorazioni in stile barocco, scandita da arconi a tutto sesto con sovrastanti cornici modanate e motivi quadrilobati. Le aperture esistenti nella facciata della navata conducono in altrettanti ambienti laterali quadrangolari, coperti con volta a botte.
Chiesa della Madonna dell'Altomare:
Edificata nel XVII secolo, fu ricostruita nel 1744 come ricorda l'epigrafe posta sulla facciata. Arroccata su uno sperone tufaceo che scende direttamente nel mare, è dedicata allo Spirito Santo. L'interno, a navata unica, presenta l'altare dedicato alla Vergine. Tutte le decorazioni richiamano alla tradizione marittima: il pavimento a mosaico è decorato al centro con una stella di tradizione marinara, circondata da nodi Savoia o a otto. Tutti gli arredi, anche l'illuminazione, richiamano ai temi del mare: dal cavalluccio marino al delfino, dall'ancora alla conchiglia, quest'ultima che riunisce una doppia simbologia: legata al mare da una parte, legata all'iconologia della perfezione dall'altra.
Cattedrale Santa Maria Annunziata:
Dedicata a Santa Maria Annunziata, fu elevata nel XII secolo sui precedenti insediamenti di epoca messapica, romana e paleocristiana. Consacrata il primo agosto del 1088 dal Legato Pontificio Roffredo, sotto il papato di Urbano II, è la Cattedrale più grande del Salento. La facciata con due spioventi ai lati e due finestre monofore mostra al centro un rosone rinascimentale fatto rifare dall'Arcivescovo Serafino da Squillace all'indomani della liberazione della Città dal dominio turco, durato 300 giorni dal 1480 al 1481, periodo in cui la Cattedrale fu trasformata in moschea. Di forma basilicale con pianta a croce latina (lunga m. 53 e larga m 25) è divisa in tre navate da 14 colonne marmoree con capitelli, abachi ed echini, su cui si elevano archi, possiede un vasto bema e tre absidi semicircolari. Nel 1482, l'abside di destra fu allargata per creare la Cappella dei Martiri di Otranto. Il tetto è a capriate coperto da un soffitto a cassettoni dorati voluto, insieme ad un trionfale arco barocco ed alla disposizione in sette teche di marmo dei resti dei Santi Martiri di Otranto, dall'Arcivescovo Francesco Maria De Aste. Il pavimento musivo, realizzato tra il 1163 e il 1165, sotto il regno di Guglielmo il Malo, commissionato dall'Arcivescovo Gionata reca la firma del presbitero Pantaleone. È l'unico pavimento musivo di epoca normanna rimasto integro in Italia e mostra un gigantesco arbor vitae che costituisce una vera e propria summa medievale tradotta in immagini. Al suo interno si possono osservare figure allegoriche come l'Ascensione al cielo di Alessandro Magno o Re Artù, temi dell'Antico Testamento come la Torre di Babele, il Diluvio Universale, Salomone e la Regina di Saba, un calendario medievale, l'Inferno ed il Paradiso. La Cripta (XI sec.) possiede tre absidi semicircolari e quarantotto campate intervallate da oltre settanta elementi tra colonne, semicolonne e pilastri che reggono il transetto della Cattedrale. La particolarità è nella diversità degli elementi di sostegno, provenienti da edifici antichi e altomedievali, dal vario repertorio figurativo. A destra dell'altare vi è l'affresco della Madonna nera Odegitria.
Il Castello Aragonese:
Il castello di Otranto, che diede il nome al primo romanzo gotico della storia, è in stretta relazione con la cinta muraria con cui forma un unico apparato difensivo. Fatto costruire da Alfonso d'Aragona tra il 1485 e il 1498, il castello fu ideato da Ciro Ciri con la consulenza di Francesco di Giorgio Martini. Al tempo in Piazza Castello, luogo dove si trova l'edificio, si ergevano delle fortificazioni risalenti al periodo della dominazione sveva con l'aggiunta dei ritocchi operati dai turchi intorno al 1480. Sotto la giurisdizione aragonese, il castello venne circondato da un alto fossato e l'architetto Ciro Ciri ristrutturò la struttura militare insieme alle mura della città . L'attuale Castello presenta una facies frutto di diverse trasformazioni avvenute a partire dai rifacimenti di Ciri, ma è nella seconda metà degli anni Novanta del Quattrocento che il Castello[27] fu radicalmente trasformato insieme alla Porta Alfonsina grazie all'opera di Francesco di Giorgio Martini[28] attraverso la realizzazione dei quattro massicci torrioni cilindrici angolari. Più tardi nel Cinquecento fu aggiunto lo Spuntone scarpato portando ad una planimetria organica nel 1578. Infatti, sul lato dell'edificio che si affaccia sul mare, venne aggiunto un bastione a lancia con dei baluardi esterni per avvistare l'arrivo di navi e flotte nemiche. Sul bastione sono incisi gli scudi gentilizi di Antonio de Mendoza e di Don Pedro di Toledo, allora signori della città, mentre sul portone d'ingresso è scolpito lo stemma di Carlo V.
Chiesa di Santa Maria dei Martiri:
La chiesa di Santa Maria dei Martiri, con annesso convento di san Francesco di Paola, fu edificata a partire dal 1614 al posto di una preesistente struttura voluta da Alfonso d'Aragona, in ricordo del terribile massacro degli ottocento otrantini che qui ebbe luogo. La struttura architettonica dell'edificio è in stile rinascimentale, mentre gli altari sono barocchi. Tra i dipinti vi si conserva un grande quadro di Lavinio Zoppo della seconda metà del XVI secolo raffigurante la strage di Otranto.
La Torre del Serpente:
Si ritiene che la sua costruzione risalga al periodo romano e che la torre avesse la funzione di faro e fu restaurata in età fredericiana in seguito a un potenziamento strategico voluto dallo stesso Federico II. Il nome è legato a un'antica leggenda che racconta di un serpente che ogni notte saliva dalla scogliera per bere l'olio che teneva accesa la lanterna del faro. A un certo punto gli abitanti di Otranto tesero un'imboscata al mostro uccidendolo e la compagna del serpente, saputolo, salì sulla torre, si avvolse attorno e la strinse fino a distruggerla.
Un'altra leggenda narra che pochi anni prima della presa di Otranto nel 1480 i Saraceni si erano diretti verso la città salentina per saccheggiarla, ma anche in quell'occasione il serpente, avendo bevuto l'olio, aveva spento il faro.
I pirati senza punti di riferimento passarono oltre e attaccarono la vicina Brindisi.
Rientra nella categoria delle torri a base circolare e forma tronco-conica: parzialmente diroccata, è visibile una sola parete e la scarpa, ovvero l'ampliamento del basamento per dare una maggior superficie di appoggio alle murature che si ergono in altezza.
Questa torre è costantemente presente nell'immaginario di questi luoghi, tanto da essere entrata nello stemma della città di Otranto dove è rappresentata con un serpente nero che l'avvolge.
La Cava di Bauxite o Laghetto Verde:
L'ex cava di bauxite e il laghetto si trovano a sud di Otranto nei pressi della baia delle Orte. La bauxite, minerale dal quale si ricava l'alluminio, veniva imbarcata nel porto cittadino in direzione negli stabilimenti di Porto Marghera, dove veniva lavorata. Il giacimento fu scoperto negli anni '40 del secolo scorso grazie al ritrovamento casuale di un grosso minerale da parte di uno studente. La cava venne definitivamente abbandonata nel 1976-78 a causa del costoso processo estrattivo. La presenza di una falda freatica, incontrata durante la fase dello scavo, ha determinato la formazione di un piccolo laghetto. La zona circostante si è quindi arricchita di piante acquatiche e paludose come la cannuccia di palude.
I laghi Alimini:
L’ecosistema ospita numerose specie vegetali e animali ed è caratterizzata dalla presenza di due bacini circondati da vegetazione. I due bacini sono collegati attraverso un canale e danno origine a un microclima caldo umido in tutta la zona. Crescono rare specie di piante, tra cui l`orchidea di palude e la castagna d`acqua.
Il faro di Punta Palascìa:
è costituito da una torre cilindrica in pietra bianca, alta 32 metri (105 piedi), con balcone e lanterna che sorge da un edificio bianco a 2 piani. La lanterna è posizionata a 60 metri (200 piedi) sul livello del mare ed emette un lampo bianco in un periodo di 5 secondi visibile a 18 miglia nautiche (33 km; 21 mi) di distanza. Il faro è completamente automatizzato ed è gestito dalla Marina Militare ed è identificato dal numero di codice 1983 EF. Il codice identificativo fari e segnalamenti della Marina italiana è 3596.
E' uno dei cinque fari del Mediterraneo protetti dalla Commissione Europea È aperto a visite guidate per i visitatori, in particolare a Capodanno, poiché si trova nella punta orientale dell'Italia dove l'alba del nuovo anno può essere vista prima del resto del paese.